"La
modernità è quella che fa della crisi un valore e suscita
un'estetica di rottura [...] un'estetica di rottura e di cambiamento
implica in questo contesto che il livello estetico rappresenti
qualcosa di molto diverso sia dalle nozioni di bello
sia da quella
di stile."
, dal libro “Introduzione alla Rivoluzione
Informatica” di Antonino Saggio.
Leggendo
questo punto del testo mi vengono in mente tutti i cambiamenti
successi nella storia del mondo in generale e dell'architettura in
particolare. Come Toffler descrive nel suo libro “La terza ondata”
l'umanità dopo aver passato dall'era
agricola, all'era industriale e adesso all'era dell'informazione,
così cambia anche il campo dell'architettura. Qualquno si può fare
la domanda: Ma perchè succede questo? Perchè è necessario che
cambia anche l'architettura?
Perchè
cambiano le esigenze dell'uomo. Da quanto esiste sono nate diverse
civiltà, usi, mode e stili architettonici ed è logico che nascono
delle domande tipo: perché
preferiamo uno stile a un altro, perché ciò che per noi è bello
per altri non lo è, perché cambiamo opinione su ciò che
giudichiamo bello, cosa ricerchiamo in una casa?
I gusti dell'uomo cambiano con la cultura e il trascorrere dei
secoli. Nell'800 gli edifici parlavano di privilegi aristocratici,
nel '900 del futuro e oggi di che cosa parlano? Come un'edificio oggi
è ben progettato?
Si
tratta di domande che forse non hanno risposta. Ma la bellezza che
una volta era il compito primario di un architetto oggi è scomparsa.
Ogni edificio mostra la vita delle persone che lo abitavano e in
particolare il genere di vita. L'impulso
architettonico sembra legato a un desiderio di comunicare, di
dichiararsi al mondo tramite il linguaggio degli oggetti, dei colori
e dei mattoni.
In
architettura non è niente bruto, è forse nel posto sbagliato o
nella misura sbagliata, ma l'equilibrio di un'architettura che
caratteriziamo con il termine “bello” è uno proprio stato di
salute mentale.
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